Iperattività con o senza deficit di attenzione: sebbene molto aumentati negli ultimi anni, spesso non ricevono un corretto inquadramento.

Solo per arrivare ad una corretta diagnosi trascorre quasi sempre troppo tempo. Può sembrare una banalità, ma di frequente i genitori minimizzano il problema.

A volte l’iperattività è di una gravità tale da non sfuggire a nessuno.  Altre volte il deficit d’attenzione, che può anche non essere accompagnato dall’iperattività, si presenta in forma sfumata.

Il bambino, più raramente la bambina, sembrano normalissimi, ma le prestazioni scolastiche sono, in vario grado, deficitarie, oppure sono presenti alterazioni del comportamento.

Non riporterò qui i criteri diagnostici del DSM che si trovano ormai dappertutto, e che rappresentano oggi i criteri più attendibili per la diagnosi. E’ comunque molto importante sottoporre il soggetto ad una serie di tests specialistici.

Essi dovranno accertare non solo la presenza dei disturbi sopraddetti, ma anche l’eventuale compresenza di un ritardo intellettivo o di un DSA (dislessia, discalculia, ecc).

Spesso il bambino è irrequieto perché vi sono anche dei deficit specifici che potrebbero aggravare l’iperattività, come la dislessia, che gli rendono molto difficile avere un rendimento normale con uno sforzo non eccessivo.

E’importante, poi,  valutare la situazione emotivo-affettiva. Il bambino che non ottiene risultati adeguati può essere frustrato e demotivato, con note di ansia e depressione, tali da indurlo a “gettare la spugna”.

Gli strumenti ed i criteri diagnostici utilizzati oggi dallo psicologo specialista nel ramo sono validati a livello internazionale, e non abbiamo alcuna obiezione al riguardo.

 Una volta posta la corretta diagnosi,  come intervenire?

I centri specializzati nel trattamento dell’iperattività, nel nostro Paese, utilizzano una serie di strumenti cognitivi e comportamentali dove spesso  è ricercata la collaborazione dei genitori (il cosiddetto parent-training).

Si tratta senz’altro di interventi molto utili, che anche noi consigliamo. Questi trattamenti tuttavia cercano di correggere il comportamento manifesto, ma non arrivano ad agire sulla causa, cioè sul sistema nervoso, perché questo si otterrebbe solo con farmaci, che tuttavia, come è noto, presentano non pochi rischi ed effetti collaterali.

Dopo diversi anni di esperienza riteniamo che il Metodo Tomatis, applicato con accortezza e sensibilità, possa offrire un contributo interessante.

Il primo elemento da sottolineare è che le sedute di ascolto migliorano le varie facoltà cognitive (attenzione, memoria, concentrazione) con riduzione dell’ansia, come illustrato nei vari articoli tecnici presenti in questo sito, quindi agiscono indirettamente, ma efficacemente, sia sull’iperattività che sul deficit di attenzione. (Vedi http://www.tomatisfirenze.it/metodo-tomatis/)

In secondo luogo il test d’ascolto http://www.tomatisfirenze.it/la-curva-di-ascolto-ideale/2013/10/    che somministriamo al primo incontro ci permette di osservare alcune caratteristiche del bambino, quali appunto il livello d’attenzione e l’irritabilità, ma anche, in certo modo, la coordinazione tra emisfero destro e sinistro e la capacità di concentrazione. Tale esame, ripetuto a cadenza mensile, ci permette di seguire i miglioramenti del caso. In questo modo è possibile un intervento volto a migliorare l’attività del sistema nervoso. Può sembrare un obiettivo ambizioso, ma il grafico del test è facilmente comprensibile anche ai genitori. Abbiamo quindi una prova oggettiva del miglioramento del quadro clinico. Occorre naturalmente pazienza: non ci si deve aspettare risultati in poche settimane, ma in alcuni mesi di lavoro (almeno tre cicli di trattamento). La “diagnosi” col test d’ascolto non è una diagnosi di iperattività, per la quale è sempre meglio ricorrere a test psicometrici adeguati, ma è necessaria per avviare la nostra cura.

Un intervento fondamentale,  spesso trascurato nel nostro Paese, riguarda la corretta alimentazione del bambino. Occorre evitare o limitare fortemente non solo gli zuccheri, ma tutti i cibi industriali o con conservanti e coloranti.  Numerosi studi, realizzati in vari Paesi, ed anche singoli  medici e terapisti, hanno mostrato l’importanza di tale intervento. Trascurando questo i risultati possono essere modesti anche con i migliori strumenti terapeutici.

Altro elemento di grande utilità, che può sembrare paradossale, è  l’ integrazione con vitamine e minerali.

Dico paradossale, perché apparentemente sembra che il bambino con iperattività  abbia un eccesso di energia. In realtà si tratta di energia a livello corporeo, ma non a livello mentale. Il discorso può sembrare semplicistico, ma approfondire richiederebbe una lunga analisi.

Ricordiamo che il nostro studio usufruisce della consulenza all’avanguardia realizzata dal laboratorio di analisi mediche www.functionalpoint, a Bergamo, volta ad indagare approfonditamente la funzionalità del tratto gastrointestinale. Altro esame molto indicato è l’analisi minerale tissutale (mineralogramma) riconosciuto a livello internazionale quale strumento valido per misurare il livello di intossicazione da metalli pesanti.

Tale intossicazione, quando dovuta a piombo, mercurio ed alluminio può causare i disturbi sopra citati, ed anche altri di tipo psichiatrico.

Resto a disposizione per ogni chiarimento in merito

Iperattività e deficit d’attenzione: perché il Metodo Tomatis?

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