Per acufene si intende qualunque suono o rumore percepito dal soggetto con continuità, ma non presente nell’ambiente circostante.
Acufeni e metodo Tomatis: se ne parla sovente, ma in modo molto superficiale…
Molto spesso si tratta di un suono continuo di tono molto acuto, ma non sono esclusi suoni pulsanti, cioè con variazioni di intensità, a frequenze più basse, o altri tipi di suono.
Non di rado interessano entrambi i canali uditivi.
A volte questi fenomeni sono limitati nel tempo, conseguenti ad altri disturbi di salute, ma non di rado purtroppo cronicizzano. Si stima che il 5-6% della popolazione generale ne sia affetto.
Alla persona sofferente che si reca dall’ audiologo viene detto spesso che dovrà imparare a conviverci. Forse questi medici non si rendano conto della disperazione provocata da un simile parere: si è parlato di un vero e proprio counseling negativo!
A questo punto molti, presi dall’angoscia, cercano nel web possibili soluzioni. In molti casi il sonno è disturbato dall’acufene stesso, che può arrivare a impedire un riposo soddisfacente.
Purtroppo in rete non manca chi si approfitta della sofferenza di queste persone, promettendo soluzioni miracolose come la vendita di integratori, o addirittura, consulti medici a distanza.
Non vogliamo con questo negare che esistano integratori utili ad alleviare il problema, o terapie innovative. Diciamo solo che non è corretto prescriverle a distanza, senza esami clinici approfonditi. Cerchiamo allora di fare chiarezza su quello che sappiamo con sicurezza. Quello che riassumiamo deriva dal confronto della mia esperienza terapeutica con l’insegnamento di eminenti studiosi.
Al riguardo consiglio la lettura di: “Acufene: sibili e ronzii nelle orecchie”. Il testo è scritto dal dr. Bernard Montain, autorevole medico odontoiatra, naturopata, psicologo, scrittore e docente alla Facoltà di Medicina di Parigi. L’opera, molto interessante, propone molte soluzioni terapeutiche non convenzionali. Ognuna ha dato risultati promettenti, nessuna però è da considerarsi risolutiva.
Esistono fondamentalmente tre tipi di acufeni:
- dovuti a problematiche dell’orecchio;
- dovuti a problemi di salute generali;
- dovuti a cause psicogene (così si dice, ma sarebbe più corretto ammettere che non si conosce la causa precisa, o, ancor meglio, che esistono più cause)
Riguardo al primo tipo, il test di ascolto che noi somministriamo all’inizio della consulenza Tomatis , simile all’esame audiometrico ma con altri elementi di indagine, ci permette in pochi minuti di valutare se l’udito è nella norma. Se abbiamo dei dubbi, consiglieremo una valutazione audiologica. Non di rado, infatti, chi soffre di acufeni ha un udito più o meno ridotto alle alte frequenze. Si tratta di un danneggiamento del timpano e/o dell’orecchio interno dovuto ad eccessiva esposizione ai rumori od al naturale invecchiamento. Per motivi complessi, questa situazione favorisce l’eccitazione elettrica nel percorso di trasmissione del suono, che può creare appunto una scarica neuronale percepita come un suono continuo. In questo caso può essere utile una terapia antiossidante, con vitamine, coenzima Q10 glutatione ed altro. Le sedute Tomatis cercano di migliorare la sensibilità del sistema nervoso alle alte frequenze, migliorando l’elasticità del timpano e le strutture di trasmissione del suono. Inoltre lavorano migliorando l’equilibrio neurovegetativo. A volte il soggetto riferisce di poter dormire meglio già dopo poche sedute.
Altra causa molto dibattuta dell’acufene è l’ idrope, cioè l’aumento di pressione dei liquidi all’interno della coclea. In presenza di acufene c’è spesso idrope, però questa è presente talvolta anche senza acufene. Sovente si consiglia una dieta iposodica e l’aumento dell’apporto idrico giornaliero. Una via sostenuta da alcuni, ancora innovativa è il controllo della infiammazione da cibo, ovvero delle intolleranze alimentari. E’ stato chiamato in causa per l’ennesima volta il glutine. Nella mia esperienza altre sostanze possono essere implicate. Consiglio ai miei pazienti una metodica molto seria e scientificamente validata, che ha il pregio di valutare il livello di infiammazione generale più che di concentrarsi su singoli alimenti. Non tutti i sistemi oggi di moda, infatti, hanno serie basi scientifiche.
Coloro che promettono miracoli nella migliore ipotesi non sanno quello che dicono; nella peggiore sono dei ciarlatani. Però con un metodo rigoroso sono possibili miglioramenti interessanti in tempi brevi.
Nel secondo tipo di acufene, quello non dipendente dall’orecchio, occorre valutare lo stato globale di salute. E’ molto importante valutare gli acufeni pulsanti, cioè di rumore variabile, a bassa frequenza, perché possono nascondere problemi circolatori. Spesso gli acufeni sono peggiorati da diversi problemi di salute. Due molto comuni sono la pressione alta ed il diabete.
Può essere utile per un certo periodo eliminare alcuni cibi, come il caffè, l’eccesso di zuccheri, alimenti di lunga digestione ed alimenti in genere che aumentano il livello di infiammazione. E’ meglio effettuare, come detto, test seri sulle allergie ed intolleranze alimentari. Alcuni integratori, come quelli a base di Ginko Biloba, sono utili per migliorare il microcircolo a livello cocleare.
Una causa meno conosciuta di acufene sono i problemi dentari, ed a livello dell’articolazione della mandibola (temporo-mandibolare). Nonostante ancora in rete si neghi questo problema, diversi studiosi ne hanno parlato estesamente. Al policlinico Umberto I (Roma) il soggetto riceve la consulenza dello specialista odontoiatra e gnatologo. Nel citato ospedale si ricorre spesso alla consulenza psichiatrica, perché l’acufene genera spesso ansia e depressione. In questo caso il metodo Tomatis risulta veramente utile per abbassare l’ansia, e talvolta anche la depressione.
Anche nel terzo caso, quello degli acufeni psicogeni, il metodo Tomatis può vantare risultati interessanti. Occorre ricordare che il soggetto acufenico spesso ottiene un notevole miglioramento sintomatologico dopo una accurata presa in carico a livello psicologico. E’ questa anche la mia esperienza. Non sono però d’accordo ad una monoterapia. Non possiamo oggi accontentarci di una terapia psicologica o neuropsicologica, anche eccellente. La terapia Tomatis dev’essere accompagnata da precisi accertamenti medici. In questo modo il soggetto avrà un sollievo rapido con le sedute Tomatis, ma senza trascurare un approfondimento diagnostico.
Infine, una possibile causa poco conosciuta di acufene è l’intossicazione da metalli pesanti. Spesso non viene diagnosticata. Sto parlando del piombo, arsenico, berillio, mercurio ed alluminio. Nel mio studio mi servo della consulenza medica del laboratorio www.functionalpoint per effettuare il mineralogramma, ovvero l’analisi del capello, che permette di valutare i metalli pesanti facilmente ed a costi molto bassi. La terapia disintossicante, prescritta dal medico, è a base di vitamine e minerali. Insieme all’integrazione, può essere utile valutare lo stato infiammatorio intestinale.
Un elemento a cui si pensa di rado può essere l’infezione virale, ma in questo caso in genere il problema regredisce da solo. Quanto detto fin qui è valido anche per la sindrome di Meniere.
Per concludere, si consiglia spesso all’acufenico l’arricchimento sonoro, cioè di non restare a lungo in ambiente silenzioso, oppure i cosiddetti generatori di rumore bianco, e la terapia TRT. Anche in questo caso le sedute Tomatis sono un’alternativa interessante. Nel mio lavoro effettuo, con il consenso del soggetto, una presa in carico completa. I servizi più spesso proposti sono: esame psicometrico della personalità, valutazione psicologica del livello di disturbo dell’ acufene, trattamento naturopatico integrato, floriterapia di Bach, sedute di mindfulness psicosomatica.
Alcuni terapisti sostengono di avere buoni risultati con la micoterapia, ovvero l’utilizzo di funghi medicinali. Il fungo più usato per le problematiche dell’orecchio è il Cordyceps. Si tratta di una integrazione che non comporta alcun rischio, bensì comunque vari effetti benefici sull’organismo.
Sono a disposizione per qualsiasi domanda
Buongiorno mi chiamo Alessandra e da un anno circa soffro di acufene bilaterale. Ho fatto una decina di visite con specialisti diversi, risultati, nessuno!
Nella mia personale autodiagnosi credo che ci sia un nesso tra disfunzioni digestive/intolleranze alimentari e acufene. Leggo nel suo articolo (finemente una conferma!) un’ipotesi di questo tipo.
Secondo la sua esperienza, quali tipi di alimenti possono comportare questo tipo di sintomatologia?
La ringrazio molto per il suo parere.
Gentile Alessandra, non avevo visto il suo commento. Comunque, vi invito tutti ad usare il modulo di contatto o meglio ancora a contattarmi telefonicamente. Sarebbe bello se ci fosse una lista di alimenti da eliminare uguale per tutti. Le intolleranze sono estremamente soggettive. Inoltre, più che fissarsi su questo o quell’alimento, è molto meglio indagare gli indici di infiammazione sistemica. Per questo, esistono test specifici. Una situazione di intolleranza presuppone quasi sempre una funzionalità digestiva non ottimale, stomaco, o fegato, o pancreas insufficienti ed è lì che bisogna agire, altrimenti la terapia resta sintomatica. Io lavoro in modalità olistica, con la consulenza di alcuni medici all’avanguardia. Nel caso sia interessata posso essere più preciso. Cordialmente.
Leopoldo Tacchini