Primo articolo della serie sui DSA
Nel nostro Paese la diagnosi ed il trattamento dei DSA è ormai un campo altamente specialistico. Solo una parte degli psicologi è attrezzata con i test e gli strumenti per la diagnosi specifica. Anche i trattamenti seguono ormai delle linee ben consolidate che vengono insegnate in corsi specialistici, e richiedono materiali appositi per il trattamento.
Se avete un bambino in trattamento avrete sentito parlare di test DDE-2, del trattamento sub lessicale e così via.
Date queste premesse, che cosa può offrire di più o di meglio la terapia Tomatis? E può sostituire gli altri trattamenti? Diciamo subito che nel mio lavoro, fin dall’inizio, ho cercato di applicare trattamenti integrati e molto personalizzati.
E’ per queste ragioni che da qualche tempo ho voluto perfezionarmi anche nei metodi più tradizionali. In questo modo posso valutare il caso serenamente, offrendo un trattamento “su misura”, senza per forza spingere la famiglia al’applicazione esclusiva del Tomatis.
Ma perchè Tomatis può offrire una “marcia in più”, velocizzare il lavoro, oppure aprire nuove possibilità?
Accennerò qui ai motivi principali, rimandando gli interessati agli articoli più tecnici che trovate nel sito per approfondire.
Per cominciare, è ormai stato ben dimostrato che la stimolazione dell’orecchio secondo i parametri Tomatis migliora le capacità di attenzione e concentrazione, oltre ad altre capacità cognitive come la memoria, senza eccitare, ma al contrario rilassando il bambino. Ciò rende più agevole qualsiasi programma potenziativo ed abilitativo.
Ma c’è di più. Tomatis lavora in modo mirato sulle capacità linguistiche e di ascolto attivo, coordinando le attività dei due emisferi cerebrali. Ciò è ben osservabile nei test audiologici di ascolto (cfr. articolo relativo “il test d’ascolto”)
La stimolazione sonica agisce in modo molto mirato nel migliorare le capacità di percezione e di analisi del suono. Durante la lettura, secondo un modello ormai accettato a livello ufficiale, il nostro cervello, dopo aver decodificato il testo scritto (in linguaggio tecnico i grafemi) li converte in suoni (fonemi). Ma se questi suoni non sono chiari nella mente del bambino?
E’ appunto quello che ha dimostrato Tomatis nel suo “test d’ascolto”. Il bambino dislessico spesso non ha chiarezza sui differenti suoni, esattamente come un daltonico non riconosce con sicurezza colori diversi, ma li percepisce come tonalità di marrone poco distinte. Secondo Tomatis questo spiega le difficoltà di lettura e gli errori ortografici, dove spesso vengono scambiate e confuse lettere con suono simile, o addirittura intere sillabe.
E per la discalculia? Anche qui Tomatis ha dimostrato che lavorare stimolando l’orecchio con suoni più gravi rispetto al trattamento dei problemi della letto-scrittura, si possono ottenere buoni risultati. Il miglioramento della batteria dei test acustici (test d’ascolto) di Tomatis è correlato con il miglioramento dei disturbi appena citati.
E’ altresì importante, in caso sopratutto dei disturbi della letto-scrittura, lavorare con la voce, ovvero mettere il bambino in “auto-ascolto” mediante l’orecchio elettronico, attraverso la lettura ad alta voce o la vocalizzazione. L’uso dell’orecchio elettronico con microfono migliora nel tempo l’autoascolto.